Di cosa sono fatte le corde delle chitarre classiche?

3 gennaio 2024 di
Di cosa sono fatte le corde delle chitarre classiche?
Valmusic Next Srl, Mario Di Peco
Troppo spesso si tende a dare poca importanza alle corde delle chitarre classiche trascurando l'impatto che i materiali e i processi con cui vengono costruite hanno sul suono della chitarra. Il materiale con cui vengono fatte le corde delle chitarre classiche incide tantissimo sul suono dello strumento alla pari dei legni, della costruzione e delle mani del chitarrista che le farà vibrare. In questo articolo proverò a fare chiarezza sui materiali delle corde facendo anche un breve, ma interessantissimo, excursus storico che ha portato le corde per chitarra classica ad evolvere dal budello animale al più moderno nylon e carbonio.

Di quale materiale sono fatte le corde delle chitarre classiche?

  

  

Prova a guardare la foto. Noti subito una differenza vero? Le prime tre corde, i cantini, hanno un colore diverso dalle restanti tre, i bassi, e sono costruite con materiali differenti.

La ricerca e poi la scelta del materiale - meglio dire delle materie prime - è alla base del successo di un prodotto. L'uomo è da sempre alla ricerca di materie prime che abbiano un costo economico e ambientale più basso ma che, al tempo stesso, garantiscano un prodotto finale di qualità e con una resa duratura nel tempo. Per questo motivo anche le corde della chitarra sono state (ma lo sono tuttora) protagoniste di un'evoluzione nella scelta dei materiali, vediamo nel dettaglio le conquiste più importanti.

1. Le corde della chitarra: ieri


    

Il materiale adoperato nelle corde per chitarra classica fino a metà 1900 è il budello di origine animale: i cantini sono in budello mentre i bassi sono rivestiti su anima di seta che rimase in uso fino alla scoperta del multi filamento in nylon a metà del XX secolo. I budelli più utilizzati sono quelli di capra, agnello, castrato, montone, pecora (molto più raramente lupo e manzo).

La produzione di corde in questo materiale richiede una lunga lavorazione, circa 10 giorni e ha un costo maggiore come puoi immaginare. La resa sonora è - quasi sicuramente - la più completa: forte e ricca di innumerevoli sfumature timbriche. 

Tuttavia il budello è molto sensibile alle variazioni di umidità e di temperatura, montata una corda passa diverso tempo prima che entri perfettamente in tensione ma soprattutto l'accordatura è più instabile e la chitarra si scorda più spesso.

2. Le corde della chitarra: oggi

Tutto cambia a partire dal 1940 circa, è ancora una volta la scoperta di una nuova materia prima a stravolgere i piani industriali, i prodotti che finiscono nei negozi e le aspettative dei consumatori: la scoperta del nylon.

Nylon, la rivoluzione

   

Albert Augustine, a sinistra, Andrés Segovia, a destra.
Il nylon è un filamento sintetico particolarmente resistente alla sollecitazioni meccaniche utilizzato soprattuto nel settore tessile. L'utilizzo nel mondo della chitarra lo si deve al binomio Andrés Segovia e Albert Augustine, il primo è uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, il secondo un costruttore di chitarre ma soprattutto un grande inventore. Siamo nella prima metà del 1900, Segovia lamentava l'imbarazzo nel dover interrompere i suoi concerti per:

  1. cambiare le corde in budello che si usuravano o si rompevano
  2. accordare troppo spesso la chitarra a causa dell'instabile accordatura soggetta a variazioni di temperatura e umidità.
Augustine era alla ricerca di un'alternativa al budello lavorando un materiale utilizzato in ambito militare che era risuscito a procurarsi: il nylon. Grazie ad un'amicizia in comune conobbe Segovia: da lì nacque un sodalizio che portò alla creazione di corde capaci di unire il gusto sonoro di S. e le proprietà tecniche ricercate da A. Augustine ottenne forniture di nylon da uno dei suoi maggiori produttori statunitensi dell'epoca, DuPont, mentre per la produzione si affidò per i primi tempi ad una ditta leggendaria che faceva capo ad una famiglia italiana: Mari (fondatori di La Bella Strings).  

Fluoro carbonio, eh già non si chiama (solo) carbonio.

Il produttore di corde francese Savarez ma con storia italiana, napoletana (i fratelli Savaresse ne furono i fondatori), è stato il primo a sviluppare le corde dei cantini in fluoro carbonio: sono conosciute come corde "in carbonio" ma in realtà sono fatte con il polimero polivinilidene fluoruro (PVFD).

Si tratta di corde meno spesse ma dalla resa sonora ancora più fedele al budello animale e dal massimo volume con una maggiore tenuta dell'accordatura e la piena affidabilità. Le trovo perfette per le sale da concerto tuttavia per lo studio utilizza una fibra più elastica e meno rigida del fluoro carbonio, rigidità che si fa sentire soprattutto nelle legature e negli abbellimenti.

3. Round wound, Ground wound, Flat wound.

  
Con il passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale ciò che prima si faceva con le mani adesso è compito di una macchina. Le corde moderne vengono levigate attraverso una macchina specifica che conferisce alla corda la superficie desiderata, in base all'intensità del processo di levigazione si possono avere tre tipologie di corde:  
  • round wound, il procedimento di levigatura è più superficiale e meno invasivo; la corda mantiene quasi tutte le fibre superficiali garantendo una resa sonora integra ma al tatto è più porosa e ruvida, può incastrarsi più facilmente nelle unghie e rende più udibili gli spostamenti della mano sinistra
 
  • ground wound, half round wound o semi-rettificata, il procedimento di levigatura è interrotto prima di arrivare ad una superficie completamente liscia: questa lavorazione è la più vicina alla levigatura manuale antica e mantiene intatta la maggior parte delle fibre più superficiali. Le corde hanno una resa acustica ricca e sonora, tengono meglio l'accordatura e durano di più
 
  • flat wound, questo procedimento impoverisce le fibre superficiali che vengono così danneggiate, sono particolarmente piacevoli al tatto, riducono i rumori della mano sinistra e le unghie della mano destra ci scivolano meglio ma la resa sonora ne risente sul piano del volume e della qualità (timbro)
 

Consigli su brand di corde per chitarra classica?  


  

Oltre a quelli che citati dobbiamo parlare di un'altra storia tutta italiana.
La tradizione dei maestri cordai italiani è senza eguali, lo spirito imprenditoriale ha spinto i nostri connazionali a raggiungere presto anche l'estero per inseguire il loro sogno di costruire corde.

La Bella è parte di una di queste storie, siamo nel XVII secolo e Salle, una piccola città abruzzese, veniva considerata il centro della produzione delle corde in Europa, tra le più importanti famiglie di produttori di corde di allora troviamo Berti, Ruffini e Mari.

La famiglia Mari divenne presto uno dei fornitori di corde per violino dei maestri liutai più importanti che l'umanità abbia conosciuto: Amati e Stradivari, a Cremona. Nel 1913 parte della famiglia cerca nuove opportunità in America: nasce la piccola fabbrica di Manhattan dove si producono corde in budello, in acciaio e il brand La Bella che intercetta il target premium dei chitarristi classici più esigenti.

Oggi la produzione continua solo negli Stati Uniti con una serie di corde che intercetta le necessità dei chitarristi classici con più di 10 prodotti diversi.
 

Adesso tocca te...

È il momento di sperimentare, prova più set di corde e raccontami che differenze trovi. Se lo sai già dimmi qual è il set di corde che preferisci di più? E ancora, sei un purista 🙂 o ti piace mischiare bassi e cantini di diversi brand?  
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